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             MORTE ANNUNCIATA DI UNA NASCITA IMPROPRIA          

Egr. dr Fabrizio, come da richiesta, invio contributo per conto del Gruppo Anonimo '74 relativamente alla Biblioteca Popolare. Apparentemente si dimostra come un capitolo poco felice nella storia bibliotecaria jonica, in realtà il lavoro svolto, con tante persone di buona volontà, di ogni livello burocratico, rappresenta una pietra miliare nella rendicontazione sociale dell'ultimo cinquantennio; ciò comporta un'ulteriore assunzione di responsabilità piuttosto che un ritorno al passato. Con gratitudine. Aldo Galeano

 

 

 

MORTE ANNUNCIATA DI UNA NASCITA IMPROPRIA:

la BIBLIOTECA POPOLARE di Monteiasi

di Aldo Galeano

 

                Il 3 gennaio 1974 avviene un incontro tra persone le quali presuntivamente ritengono che mettendosi assieme in forma organizzata si possa fare qualcosa che modifichi, possibilmente verso il meglio, lo status socio-culturale del momento. Nasce così il Gruppo (in forma spontanea) Anonimo ’74. Primo incontro in una scuola, secondo e terzo presso l’abitazione di uno dei componenti (Mimmo Ontini), altri presso la costruzione (solo grezzo) di un altro (Bonafede Cesare) dei componenti, finchè si approda allo scantinato di un amico avveduto, libero per natura e per formazione: il dr Andrea Torrente, medico con carico umano e professionale divenuto storico.

 

                La vita della neonata associazione scorre animata da grandi propositi e da piccole realizzazioni (teatro, FALO’ E COLORI, ciclopasseggiate, donazione del sangue, mostre d’arte, musica e concerti, grandi discussioni su spinte di animazione finalizzate alla formazione di un gruppo solido e possibilmente duraturo. Aspirazione principale, per istituto: la libertà. Questa aspirazione cozza immediatamente contro le formazioni partitiche esistenti, contro i luoghi comuni per cui non si riesce a fare mai niente di buono, contro il costume del volèmose bene e campiamo bene tutti.

 

                Ci rendiamo subito conto che c’era bisogno di una sede più consona alla bisogna: si sceglie una stanza al primo piano di via Mazzini, 49 e la si ottiene per 12000 lire di fitto mensile; si pensa che ci sia bisogno di qualche libro per intrattenersi ricreativamente e si comincia a portare qualcosa di personale; si portano su delle barre di ferro, dei pannelli di panforte, affiorano le pluri-multi-competenze individuali dei giovani componenti (quelli più attempati si sono autoesclusi perché hanno capito subito che non era aria per loro!) e compare il primo scaffale. Gli arrivi si intensificano, vengono fuori i primi lettori abituali, si dà un nome alla raccolta: biblioteca popolare, si chiede al Provveditore agli Studi, dr Mingrone di prendere in consegna il patrimonio del Centro di Lettura dismesso col passaggio alle Regioni, nascenti all’epoca, ma non se ne parla; si chiede al Comune di ricevere in affidamento i libri potenzialmente acquistabili col milione e 200 mila lire messo in preventivo nel bilancio ma il segretario Angelo Caputo dichiara divertito che quella era una voce di spesa inserita per essere stornata sistematicamente verso capitoli più interessanti. Il 19 marzo 1975 si provvede ad una modesta inaugurazione e su quelle scale faticosissime vi salgono per sostegno morale e civile, Mario Amatimaggio direttore dell’Acclavio e Diego Marturano massima voce poetica del dialetto tarantino.

 

                Eugenio Barba, nel corso di un seminario teatrale tenuto a Torino e rivolto a giovani docenti, aveva sostenuto che la consonanza di idee fra più persone, messa in evidenza dai mass-media poteva portare più facilmente, le comunità, alla soluzione di problemi i più varii che dovessero presentarsi. Su questo principio era venuta fuori l’idea del Gruppo; su questo rapporto di conoscenza nasce spontaneo l’invito all’Odin Teatret, in fase di studio e di animazione, ospite di una masseria presso Carpignano, di venire a Monteiasi per dire la sua. Eugenio accoglie benevolmente l’invito ma pone la condizione che la presenza dell’Odin debba essere corrisposta dalla partecipazione della comunità verso l’operazione che in quel frangente il Gruppo aveva più a cuore: il potenziamento di quella raccolta iniziale con la donazione/baratto di un libro. L’Odin tra immenso clamore di portata regionale e nazionale, fu a Monteiasi il 20 luglio del 1975. Grande successo di popolo, grande entusiasmo del Gruppo nonostante il poderoso impegno organizzativo e nonostante la stupidità di qualche singolo infastidito dalla capacità espressiva di un gruppo di scalmanati che pur tra tante avversità non si decidevano ancora a rientrare nei ranghi del sopore abituale e collaudato dei meccanismi socio-partitici in voga. Una mano di delicato incoraggiamento lo dette Concetta Filippi (dell’omonima libreria di TA), la quale accettò di venire con una serie di libri in edizione economica della Einaudi per consentire agli spettatori che si recavano al Largo Mulino di comprare un libro e di passarlo al banchetto posto di fianco dal Gruppo per l’erigenda raccolta, non si parlava mai di vera e propria biblioteca. In tal senso se ne cominciò a parlare quando una solerte dipendente comunale (Genoveffa Parabita) informò il Gruppo che una legge regionale favoriva la formazione delle biblioteche. Fu avviata subito la pratica per ottenere il riconoscimento di interesse locale  in virtù del quale si poteva ricevere i servizi di quella legge. Ci vollero tre anni lunghissimi per ottenere il riconoscimento stanti le varie difficoltà frapposte da funzionari eccessivamente scrupolosi e soprattutto da componenti delle commissioni regionali che erano lì solo per difendere gli interessi di bottega. Comunque, a seguito di visita ispettiva e delle bonarie pressioni esercitate sugli organismi istituzionali, giunse il sospirato riconoscimento il 3 giugno del 1985. Nel frattempo, scoprimmo che la legge era di durata decennale e, quindi, il Gruppo potè ricevere i benefici solo degli ultimi due anni; consistettero in cinque milioni di lire per ciascuno dei due anni e in un consistente beneficio di centinaia di libri che la Regione procurava; alcuni di grandissimo interesse esclusivo e fuori commercio, altri comprati per dare il contentino a tanti scrittori locali. Giunse quindi l’ora di parlare di biblioteca; nel frattempo si era in fitto in via M. Leone,n° 4 e in quei locali angusti e bonificati in proprio da una persistente fatiscenza, il Gruppo scoprì vistosamente che i libri erano veramente utili a tantissime generazioni di ragazzi ma anche di adulti che cominciavano a venire anche da altri paesi per la consultazione. Furono comprati armadi a vetri, tantissimi altri libri fra cui la Treccani, dizionari, inclusi quelli dei dialetti ivi compreso quello preziosissimo di Gehrard Rohlfs.

 

                Nel frattempo, il Gruppo avvalendosi di un considerevole numero di soci, prende in fitto altri due locali su via F. P. Lotta di proprietà della sig.na Maria Manigrasso; uno per trasferirvi la biblioteca, l’altro (ex-ufficio postale) per le mostre e le conferenze, “la saletta”. Il locale di via Leone fu adibito solo ad uso e consumo della altrettanto prestigiosa raccolta etnografica che nel frattempo andava arricchendosi con donazioni e acquisti; fra questi ultimi il telaio per la tessitura comprato da Maddalena Cupri per 500 mila lire ridotte dalle 800 come richiesta iniziale. Sulla stampa fu fatto passare per donazione perché non passasse l’idea che il Gruppo comprasse dei reperti (sia pure con la sottoscrizione di cambiali con la Banca Popolare Jonica).

 

                Il prestigio e la risonanza portarono la BIBLIOTECA POPOLARE a far sistema, a mettersi in rete, come si usa ancora. E mentre l’Amministrazione Prov.le volgeva grande attenzione al Cantagiro, c’era chi lavorava in sordina per consentire maggiori e migliori traguardi; nacque quindi il Sistema Bibliotecario Jonico fortemente voluto da Piero Aresta della biblioteca regionale di Grottaglie, così che si arrivò ad un primo nucleo di Comuni: Grottaglie, Monteiasi (con l’Associazione), Carosino, San Giorgio, Montemesola, Crispiano. Novità assoluta l’inserimento dei computer e quindi la catalogazione non più cartacea. Primo catalogatore per conto del Gruppo fu Giuseppe Ruggiero dopo un corso full-immersion seguito a Grottaglie. Intanto si era passati dalla sede di via Lotta a quella di via Pascoli di Evelia Ricciarelli, dove in precedenza era stato in fitto il Comune, e subito dopo a quella comunale (2004-2009), quindi a quella di via Roma (proprietà Fornaro) fino al 31 dicembre 2012. Epoca della donazione al Comune, il quale per totale inadeguatezza la fece collocare in un edificio scolastico (Gianni Rodari) dismesso, dove giace ancora in indisturbata agonia e con la pace di tutti, Consorzio (dove giunse il 14 giugno 2006) tra i primi sette della Provincia) e Regione Compresi, pur tra incommensurabili fatiche e atti istituzionali connessi.  

 

Corrispose ai bisogni di tanti fin quando fu relegata da un malore nelle tenebre dell’IGNAVIA.

Inutile aggiungere che il Gruppo continua a lavorare con tutti i mezzi possibili e impossibili!!!

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